martedì 23 febbraio 2010

Campagna elettorale con i tacchi a spillo

di Maria Grazia Tundo
Sembra che la scarpa rossa con il tacco a spillo sia oramai un must delle campagne di comunicazione politica, icona bipartisan, che viene usata sia dal Partito della Rifondazione Comunista, per la sua campagna di tesseramento, che dal professor D’Addario del PDL per trasmettere i propri valori e programmi agli elettori della Regione Puglia.
Rifondazione la usa in modo più casto e colto, citando la locandina del film "Il diavolo veste Prada", come ricorda Sveva Scaramuzzi, mentre l'esponente del Popolo delle Libertà, secondo le migliori abitudini culturali di una certa destra nostrana, preferisce una donna nuda, feticisticamente rivestita delle sole scarpe a spillo (scomodiamo il buon vecchio Freud per ricordare che il feticista usa l’oggetto per paura di leggere la propria castrazione nel corpo femminile?)

Ovviamente se qualche Consigliera di Pari Opportunità si innervosisce, la risposta è la solita: voi vetero-femministe bacchettone non cogliete l’ironia, siete fuori dallo Zeitgeist. In effetti fare campagna elettorale proponendo la propria faccia come se fosse uno yogurt Müller è indice di intelligenza politica: mai parlare di programmi elettorali, per carità, si rischia il vuoto ideativo assoluto, oppure poi di doverne rendere conto se eletti! Meglio delle belle gambe di donna disponibili per sollecitare le pruginose curiosità e ammiccamenti maschili, senza volto perché tanto la donna interessa dal tronco in giù.
Se poi qualcuna di noi non coglie proprio tali sottigliezze persuasive e si innervosisce perché aspira ad una politica meno pecoreccia, ecco la risposta della volpe della comunicazione che ha ideato la sudetta campagna, Enzo Varricchio (presidente del centro studi per il diritto delle arti, del turismo e del paesaggio), che si offende perché le stupide donne non ne hanno capito lo spirito e attacca Serenella Molendini (la Consigliera che ha protestato) per aver sollevato obiezioni «ridicole, bigotte, puerili e insulse» (Gazzetta del Mezzogiorno del 21 febbraio 2010, p. III).

Spiega Fabrizio D'Addario (La Repubblica- Bari)

«Abbiamo usato l'ironia per dire che questo mercimonio non deve sporcare l'immagine delle donne. Il genere femminile non va valutato soltanto sotto il profilo fisico. La politica va fatta con il cervello, e certamente le donne hanno la capacità, le doti, la lungimiranza per ricoprire i più alti incarichi nel luogo pubblico».

A questa risposta stereotipata, decisamente poco convincente in quanto per nulla coerente con il tipo di manifesto proposto (davvero qualcuno nella lettera e nello spirito del cartellone affisso riesce a leggere una Pubblicità Progresso in favore del genere femminile?) sembra rispondere Roberto Meli, con la sua interessante analisi:
«Trovo il manifesto furbo.
Furbo perchè riesce ad utilizzare il richiamo sessuale attraverso un pretesto per il quale può addirittura affermare il contrario (cioè di deprecare l'uso del sesso in politica..) da questo punto di vista è geniale.
E' abbastanza noto che il cervello umano non elabori allo stesso modo le affermazioni e le negazioni. se, ad esempio, dite a qualcuno "non pensare ad una giraffa" potete scommetterci l'ultimo stipendio che quel qualcuno si sarà immediatamente immaginato una giraffa per poi costringersi ad eliminarla dai propri pensieri... bene, dire "io deploro l'uso del sesso e dei suoi segni per fare politica e poi mostrare gli stessi segni e le stesse ancore è un messaggio contraddittorio ma efficace perchè a livello razionale passa il contenuto digitale: "alla Regione Puglia con competenza e professionalità" mentre a livello analogico passa il messaggio "compra il mio prodotto, ha la stessa attrattività di questa gnocca che vedi, se resti sintonizzato te ne darò altra..."»

Per concludere, Il prof. D'Addario ci chiede di votarlo senza confonderlo con la più famosa Patrizia, ma sta già gongolando perché è entrato anche lui nel circo mediatico e ha pagine di pubblicità gratis sui giornali. Se ancora una volta il parassitismo sul corpo delle donne produrà i risultati sperati, avremo un Consigliere Regionale, che godrà di una meritatissima pensione, grazie ad un divertissement che al massimo poteva essere adatto ad una serata fra amici in vena di goliardia.

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