martedì 8 dicembre 2009

Relazione introduttiva

di Rosy Paparella

Le donne ed il Governo della città
Ragioni del dissenso, senso della proposta
Bari, 4 dicembre 2009
Sala consiliare del Comune di Bari

Perché questo luogo : dove tutto ebbe inizio…
Abbiamo fortemente voluto convocare un’ Assemblea Pubblica e portare la nostra presenza in un palazzo, un luogo simbolicamente così significativo come l’aula del Consiglio Comunale, come momento di condivisione e di allargamento del percorso politico che stiamo tessendo dall’estate di quest’anno e che in qualche misura da qui ha avuto inizio.

Bari, giugno 2009: il risultato delle elezioni europee ed amministrative è segnato dalla quasi totale cancellazione della presenza di donne in ruoli istituzionali.

E questo dato, finito peraltro salvo rare eccezioni a piè pagina o nei trafiletti della stampa locale quasi come nota di costume elettorale, ci ha profondamente allarmate.

Viviamo in un paese che di anno in anno arretra sempre di più nella graduatoria mondiale rispetto al divario di genere (72° posto su 135 paesi), nello stesso tempo viviamo in una città, in una regione più volte indicata come “laboratorio di innovazione politica” e che, nonostante questo non sfugge al fenomeno generale e paradossale per cui un categoria maggioritaria , quella delle donne appunto, assume sempre più lo stato di minoranza politica. E’ per noi molto più che una questione di «genere»: pone un problema che, a nostro avviso, è di interesse pubblico perchè mostra in sé i limiti della democrazia reale.

Da questo momento della storia cittadina recente ci siamo incontrate, in molti casi rincontrate, in primo luogo per elaborare tempestivamente una piattaforma di proposte articolata in modo da correggere almeno in parte il vuoto di rappresentanza che si era venuto a creare dopo le elezioni.

Le nostre proposte, portate in un incontro pubblico all’attenzione del sindaco Emiliano e dei rappresentanti dei partiti della coalizione, ed alla fine approvate e sottoscritte , avrebbero, se realizzate, portato ad una composizione equilibrata sia sul piano numerico, ma soprattutto su quello delle competenze delle donne e degli uomini nominati negli organismi istituzionali comunali, dalla Giunta alle commissioni consiliari, alle società municipalizzate.

Questo evidentemente non è accaduto.

Il nostro impegno è andato tuttavia intensificandosi nei mesi successivi, con l’elaborazione di ulteriori riflessioni, soluzioni e proposte.

Dalla consapevolezza comune del valore della politica delle donne è nato il coordinamento “Donne e Potere”, dove potere è parola cui vogliamo restituire il senso di potenzialità e capacità, di responsabilità e desiderio di impegno.

Chi siamo

Veniamo da esperienze diverse, con storie in cui denominatore comune è la passione politica e la voglia di partecipare alla vita della città nel doppio significato nel duplice significate di “prendere parte” e di “fare la nostra parte”, come donne e come cittadine, e ci accomuna l’elaborazione di riflessioni sulle differenze di genere che per molte di noi sono vivacissime da decenni. Siamo: CDC donne, Rete interregionale delle rose rosse del PD, donne del PD, Arca centro di iniziativa democratica, Un desiderioincomune.

Una esperienza particolare quella delle donne del comitato Undesiderioincomune, di cui faccio parte; abbiamo vissuto in prima persona la campagna elettorale per le elezioni comunali, all’interno di una lista con una numerosissima componente di donne che hanno scelto di candidarsi . La nostra esperienza è stata fortemente orientata a fare della campagna elettorale un percorso collettivo, ampio ed inclusivo, in cui costruire insieme un senso, e non solo andare alla ricerca del consenso. Questa “pratica politica”, consapevolmente divergente ed anomala rispetto alle spinte individualistiche ed esasperatamente competitive che caratterizzano in genere le campagne elettorali ha prodotto un risultato che consideriamo di grande significato, perché non solo quel percorso oggi continua, ma continua con maggiore forza e con una progettualità ancora più ampia in rete con le donne del coordinamento, appunto.

Siamo superando la categoria dell’appartenenza, ad un partito, ad una associazione, abbiamo voluto avviare un processo di contaminazione reciproca, che speriamo di intensificare ulteriormente anche stasera con voi, per creare nuove connessioni tra tutte e tutti coloro che sentono necessario un cambiamento coraggioso sul piano della cultura politica.

Non solo donne: ma donne portatrici di uno sguardo di genere

Continuiamo a credere che è necessaria una presenza forte e significativa nei compiti istituzionali di donne competenti ma nello stesso tempo portatrici di un esplicito punto di vista di genere, differente nei contenuti e nei metodi della politica, un punto di vista trasversale a tutti gli ambiti di governo.
Il legame tra le esistenze femminili e la città, è un legame complesso, cui sono strettamente intrecciati i nodi irrisolti dei rapporti tra sessi in tutti gli ambiti, da quello familiare e sociale a quello lavorativo ed economico. Anche in Italia, come succede da tempo in altri paesi ormai esistono una serie di esperienze, progetti e teorie che tante donne hanno elaborato interrogando questo legame per fare emergere il contributo delle donne alla vita urbana e lo stato dei legami sociali.

Quello che emerge da questo lavoro porta a ripensare l’idea stessa di città, la sua pianificazione urbanistica, le strategie di mobilità, la progettazione degli orari e dei tempi, porta a ridisegnare le politiche di welfare e curare il progetto delle cose minute e non solo delle grandi opere. Consideriamo insomma che la realtà può essere letta in modi più o meno parziali, a seconda di chi leggendola, porta con sè storie ed esperienze differenti. Questo vale anche per i politici, e per chi amministra una città. La possibilità di farlo attraverso una prospettiva che tenga conto delle differenze di genere può rappresentare soprattutto in un momento di crisi profonda come quello attuale un punto di “rottura” interessante, ed utile per costruire un nuovo paradigma di governo, più aderente ai bisogni ed ai desideri, delle donne e degli uomini.

Continueremo a seguire con interesse il lavoro dei nostri amministratori, e soprattutto continueremo a nutrire i nostri progetti e tessere reti.

Cosa ci sta a cuore:

ci sta a cuore rendere visibili e circolanti i saperi, le competenze, le idee delle donne, rafforzarne la presenza politica in tutti gli ambiti

ci sta a cuore il futuro di Bari come città accogliente, solidale, desiderabile

ci sta a cuore fare politica guardando alla vita reale delle donne e degli uomini che la abitano.

Sappiamo che ci sono donne e uomini che possono condividere questa prospettiva e questi desideri,

Noi ci siamo.

lunedì 7 dicembre 2009

La carta europea per l'uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale

(elaborata e promossa dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e dai suoi partners)

di avv. Michela Labriola

La Carta Europea è stata sollecitata dalla Commissione Europea nell’ambito del 5° programma d’azione comunitario per la parità tra donne e uomini. Il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e la sua commissione delle elette locali e regionali opera, da molti anni attivamente per la promozione della parità tra donne e uomini a livello locale e regionale. La carta è il frutto del lavoro di tante donne elette, esperte, responsabili in diverse collocazioni di governo e legislatrici in 35 paesi europei, tra cui l’Italia. La proposta di un Piano di Azione prevede che per la parità in concreto, le Regioni, Provincie e Comuni, dovrebbero inserire nella loro programmazione tali previsioni. La molla propulsiva, per la applicazione concreta della parità di genere, viene proprio dalle realtà locali, perché esse operano ad un livello più vicino ai cittadini, favorendo le politiche che affermano la pari opportunità nei diritti e quindi il principio di uguaglianza. Solo la consapevolezza della differenza di genere può porre le basi per una regolamentazione normativa. In Italia assistiamo ad un costante arretramento, sotto il profilo del superamento della disuguaglianza, siamo il paese al 72° posto su 134 paesi in totale, ben terzultima in tutta l’Europa, a causa del persistere degli indici negativi sulla partecipazione delle donne alla vita economica del paese.

La carta è formata da tre principi: LA PRIMA COMPRENDE I PRINCIPI FONDAMENTALI, LA SECONDA PREVEDE LA METODOLOGIA, LA TERZA E’ QUELLA PIU’ LUNGA E PIU’ CONCRETA PERCHE’ INDICA GLI IMPEGNI CHE I SINDACI, I PRESIDENTI DI REGIONE INSIEME AI LORO CONSIGLI PRENDANO NEI CONFRONTI DEI CITTADINI CON I LORO PIANI DI LAVORO.

I principi della Carta sono i seguenti: parità delle donne e degli uomini quale diritto fondamentale ed in particolare, nel nostro ordinamento italiano costituzionalmente garantito; la presa di coscienza delle discriminazioni multiple e degli ostacoli; la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle decisioni è una “condicio sine qua non” della società democratica; l’eliminazione degli stereotipi sessuali; l’integrazione della dimensione di genere in tutte le attività degli enti locali e regionali; piani di azione e programmi adeguatamente finanziati come strumenti necessari per far progredire la parità tra uomini e donne.

La questione della cittadinanza femminile non è meramente quantitativa o formale, ma è essa stessa indice fondamentale della evoluzione in positivo di una società, ed è garanzia per l’applicazione su scala locale delle norme del rispetto e dell’abbattimento delle disuguaglianze. Non è una mera questione femminile deve essere una esigenza primaria per entrambi i generi, fino a quando non si avrà la piena consapevolezza che il superamento della discriminazione è, per tutti, un affrancamento dalla arretratezza e dalla “violenza” non si capirà che la sottoscrizione della Carta, ma soprattutto la sua attuazione, sono un passo dovuto da parte di tutti gli enti locali cui si rivolge. “il Governo intende proporre un vero e proprio patto ai cittadini affinché libertà, giustizia sociale e piena cittadinanza, siano i vettori della crescita economica e della civile convivenza”. Dalle ricerche da me effettuate risulta che in data 11 febbraio 2008 la AICCRE PUGLIA ha tenuto una conferenza regionale sulla Carta. Vi è una consulta femminile AICCRE Puglia. Non vi è traccia però di una sottoscrizione degli enti locali pugliesi. La Carta è stata sottoscritta, ma i dati relativi alla sua applicabilità sono a me inaccessibili, da quasi tutte le regioni e da molti comuni italiani. (tra gli altri: Toscana, Lazio, Calabria, Campania, Veneto, Emilia Romagna, Sicilia). Sono andata a fondo ho verificato quali siano le finalità della AICCRE PUGLIA – FEDERAZIONE DELLA PUGLIA sezione italiana della CCRE (consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa): più che una associazione essa è un movimento politico e promozionale, oltre che culturale, che mantiene la sua forza e la sua coerenza grazie alla militanza in esso di tutti i livelli delle autonomie, dal Comune agli enti intermedi alla Regione. In buona sostanza deve rappresentare uno strumento per debellare le disuguaglianze, etniche e linguistiche, ma deve, soprattutto, uniformarsi, con comunicazioni e reti alle previsioni di democrazia sanciti al livello europeo. Ed è per questo motivo, che nelle maglie di queste finalità noi dovremmo sollecitare la sottoscrizione della carta anche a Bari, prendendo esempio da comuni e regioni che, sin dal 2007, hanno provveduto, oltre che alla sottoscrizione, anche alla formulazione di un Piano di Azione per la concreta realizzazione della stessa. Nello statuto AICCRE registrato a Bari il 19 febbraio 2003 all’art. 2 si legge che la stessa associazione: “assume e promuove iniziative dei poteri regionali e locali: (……) l’unità politica d’Europa, in forma federale, sulla base del principio di sussidiarietà e di interdipendenza, per la pace, la cooperazione decentrata per lo sviluppo, la collaborazione pacifica, la fraternità dei popoli, la pari dignità, la pari opportunità di tutti gli esseri umani, per la riduzione delle disparità regionali, per il superamento degli squilibri in Europa, del crescente divario tra Nord e Sud e con particolare riferimento all’area mediterranea”. Vi è inoltre una norma statutaria che prevede che i fondi delle risorse finanziarie siano utilizzati a fini istituzionali. Presidente della federazione della Puglia è il Sindaco di Bari la sede è il Comune di Bari. Leggendo i Piani di Azione ed i c.d. bilanci di genere degli altri enti locali si scorge l’importanza del potenziamento economico dei servizi, il walfare è un capitolo che va affrontato prioritariamente per la piena attuazione del Piano in Puglia e a Bari.

Cosa deve contenere il nostro Piano di Azione biennale: Politica, lavoro, formazione, salute, assistenza e servizi sociali, inclusione sociale, pianificazione urbana e sviluppo sostenibile. La cosa che mi pare prioritaria è che il Piano debba includere un’analisi di genere, al fine di includere azioni contro le discriminazioni molteplici, l’elaborazione e l’adozione deve essere condivisa e diffusa come anche resi pubblici i risultati e le azioni.

Avv. Michela Labriola

domenica 6 dicembre 2009

Le donne e il governo della città

Il 4 dicembre 2009 le donne del Centro di Documentazione e Cultura, del comitato UnDesiderioinComune, del Partito democratico, della Rete Interregionale delle Rose Rosse del PD, dell’Associazione Arca-iniziativa democratica, e numerose singole e singoli, che nell’estate di quest’anno hanno dato vita a Bari al “Coordinamento Donne e Potere”, hanno indetto un'assemblea pubblica dal titolo "Le donne e il governo della città: ragioni del dissenso, senso della proposta" presso la Sala Consiliare del Comune di Bari.

Il gruppo “Donne e Potere” è caratterizzato dal desiderio di accomunare , oltre le appartenenze, una pluralità di voci, di esperienze e competenze, catalizzando il protagonismo delle donne come soggetti politici. A partire dall’ulteriore riduzione delle presenze femminili in ruoli istituzionali registrata dopo le ultime elezioni amministrative ed europee, il coordinamento ha centrato la sua attenzione sul deficit di democrazia di genere come sintomo di un più generale arretramento della cultura politica. Per questo abbiamo proposto al Sindaco appena riconfermato ed ai rappresentanti dei partiti una serie di azioni volte a riequilibrare la presenza femminile anche e soprattutto attraverso l’indicazione di criteri oggettivi e metodi di scelta.

In questi mesi abbiamo di fatto osservato come, nella composizione del Consiglio Comunale, nelle scelte fin qui operate per costituire i diversi Organismi Istituzionali e nella presentazione del Programma di questa Amministrazione il nostro invito sia stato del tutto disatteso. Consideriamo questo dato come uno dei segnali più visibili della lacerazione nel rapporto tra politica e società tutta, sia perché costituisce uno squilibrio gravissimo in termini di rappresentanza paritaria sia perché segnala come la politica, in particolare quella dei partiti, rimanga del tutto ingessata in un sistema di regole che, privilegiando appartenenze e alleanze, tiene drammaticamente fuori dai processi di governo interi capitali di competenze, idee, visioni del mondo. In particolare crediamo che, per chi amministra, considerare marginale la politica e il pensiero delle donne, e superflua un’analisi sui generi, significhi privare tutti di un contributo indispensabile alla conoscenza ed al ri-pensamento delle città come luoghi di vita di donne e uomini, governate mettendo al centro i soggetti che le abitano, la qualità della vita e delle relazioni socio-culturali.

Con l’Assemblea del 4 dicembre (organizzata con il patrocinio del Comitato Pari Opportunità dell’Università degli Studi di Bari) abbiamo voluto rilanciare la nostra proposta di spazi di soggettività politica delle donne, (cfr. la relazione introduttiva di Rosy Paparella) allargando così il confronto che in questi mesi abbiamo avviato con altri cittadini ed altre associazioni.

In particolare abbiamo presentato alle cittadine, ai cittadini, al Sindaco ed ai rappresentanti dei partiti la proposta di adesione, e di realizzazione, della CARTA EUROPEA PER L’UGUAGLIANZA E LE PARITA’ DELLE DONNE E DEGLI UOMINI NELLA VITA LOCALE. Una Carta, elaborata e promossa dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa - AICCRE, che invita gli enti territoriali a utilizzare i loro poteri e i loro partenariati a favore di una maggiore uguaglianza delle donne e degli uomini. (Cfr. intervento dell'avv. Michela Labriola)

Il Documento è fortemente ispirato al principio, ed al diritto per cui la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle decisioni è una condicio sine qua non della democrazia, e vincola gli enti locali alla realizzazione di Piani d’Azione volti ad integrare la dimensione di genere in tutte le loro attività con programmi adeguatamente finanziati.

Ci sembra una proposta concreta attraverso cui chiamare al confronto e alla discussione tutti i soggetti interessati ed invitare l'ente locale ad una chiara assunzione di responsabilità.

Il percorso previsto dalla Carta tra l’altro consente di riproporre in modo sistematico all’agenda politica degli Amministratori alcune delle azioni lasciate in sospeso o inascoltate finora. Pensiamo in particolare al Bilancio di Genere, alla definizione di un Piano dei tempi di conciliazione vita-lavoro, alla costituzione di un organismo consultivo che si occupi specificatamente di una lettura di genere della programmazione e dell’operato dell’Amministrazione.

Abbiamo presentato inoltre durante l’assemblea il nostro Progetto per UNA CASA DELLE DONNE a BARI, (cfr. l'intervento di Maria Grazia Tundo) spazio che consideriamo di rilevanza politica, culturale e simbolica per tutta la città, per la cui realizzazione è in corso una raccolta di adesioni.

La nostra intenzione, il nostro desiderio, è quello di continuare ad attivare tutte le risorse necessarie per essere presenti nella vita di questa città, in modo visibile, autorevole e propositivo”.

Per una Casa delle Donne a Bari


di Maria Grazia Tundo

[Intervento presentato nell'assemblea pubblica su Le donne e il governo della città ]

Viviamo in una foresta di simboli; le nostre città ce lo dimostrano ogni giorno; un oggetto, un’insegna, una strada, un palazzo non è mai soltanto una mera superficie più o meno utile, ma si riempie costantemente di sfumature emotive, relazionali, politiche. La casa è uno degli archetipi legati ai bisogni umani più basilari (rifugio, protezione, ecc), ma anche ai sogni ed alle speranze; purtroppo storicamente spesso per le donne la casa si è trasformata in prigione asfissiante, dove desideri e talenti si sono affievoliti e rinsecchiti nella routine di un lavoro di cura non sempre scelto, spesso imposto.

Al contrario, la Casa delle Donne che immaginiamo qui a Bari sarebbe un “simbolo forte”, in quanto vuole aprirsi al mondo, pur nel suo radicamento territoriale e locale, ponendosi come spazio pubblico di transizione e sosta nel contempo, a seconda delle proprie necessità. L’ambizione è farne un’agorà benché circoscritta da mura, dove la storia, i talenti, i bisogni relazionali, le capacità imprenditoriali e culturali, la creatività delle donne possa espandersi e condensarsi in un segno visibile. La immaginiamo aperta a tutti i soggetti, ponte fra le generazioni, certe che il proficuo nomadismo dell’intelligenza possa trovare un luogo ospitale e adatto all’incontro (fra soggetti, associazioni, singolarità)

Una casa che non sia rifugio e protezione per un femminile dimidiato e maltrattato, ma propulsivo per una città che guarda verso orizzonti più grandi di quelli che oggi ci circondano, luogo di espansione verso l’imprevedibile, uno spazio che dia cittadinanza e riconoscibilità alle nuove configurazioni di senso che il pensiero e la pratica delle donne sanno produrre.

Da un lato dovrebbe essere garanzia di conservazione della memoria (con la presenza di un centro di documentazione, una biblioteca, una videoteca, ecc.) dall’altro luogo di espansione verso il nuovo, con postazioni multimediali, una caffetteria, botteghe artigiane, e soprattutto spazi ampi ed accoglienti per l’incontro e la discussione, che ci sollecitino ad uscire dagli angusti confini domestici per dare voce alla nostra vitalità ed energia trasformativa. Insomma ce la figuriamo come luogo di gioia e progettualità, di crescita della consapevolezza civile e politica e superamento degli steccati, a partire proprio da quelli di genere. Un luogo che contribuisca a fare di Bari un centro propulsore di cultura e solidarietà, creatività e intelligenza anche politica.

Per ora la casa è solo ospitata sul web, (http://sites.google.com/site/casadelledonnedibari/ )

in un sito creato proprio per raccogliere adesioni e firme e per mostrare, con il logo appositamente ideato, cosa la Casa delle Donne possa significare: tale logo è costituito da una linea aperta che si trasforma in mura, ma anche natura (l’albero che cresce all’interno del suo perimetro) e si estende in linguaggio verso l’infinito, una casa insomma in cui il dentro e il fuori rimangano confini sempre permeabili e mutevoli, benché dotati di una loro tangibile riconoscibilità.

Assemblea pubblica: "Le donne e il governo della città"


Il giorno 4 dicembre 2009, nella Sala Consiliare del Comune di Bari si è tenuta l'assemblea pubblica organizzata dal Coordinamento Donne e Potere di Bari, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, sul tema:
Le donne e il governo della città. Ragioni del dissenso, senso della proposta.