lunedì 7 dicembre 2009

La carta europea per l'uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale

(elaborata e promossa dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e dai suoi partners)

di avv. Michela Labriola

La Carta Europea è stata sollecitata dalla Commissione Europea nell’ambito del 5° programma d’azione comunitario per la parità tra donne e uomini. Il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e la sua commissione delle elette locali e regionali opera, da molti anni attivamente per la promozione della parità tra donne e uomini a livello locale e regionale. La carta è il frutto del lavoro di tante donne elette, esperte, responsabili in diverse collocazioni di governo e legislatrici in 35 paesi europei, tra cui l’Italia. La proposta di un Piano di Azione prevede che per la parità in concreto, le Regioni, Provincie e Comuni, dovrebbero inserire nella loro programmazione tali previsioni. La molla propulsiva, per la applicazione concreta della parità di genere, viene proprio dalle realtà locali, perché esse operano ad un livello più vicino ai cittadini, favorendo le politiche che affermano la pari opportunità nei diritti e quindi il principio di uguaglianza. Solo la consapevolezza della differenza di genere può porre le basi per una regolamentazione normativa. In Italia assistiamo ad un costante arretramento, sotto il profilo del superamento della disuguaglianza, siamo il paese al 72° posto su 134 paesi in totale, ben terzultima in tutta l’Europa, a causa del persistere degli indici negativi sulla partecipazione delle donne alla vita economica del paese.

La carta è formata da tre principi: LA PRIMA COMPRENDE I PRINCIPI FONDAMENTALI, LA SECONDA PREVEDE LA METODOLOGIA, LA TERZA E’ QUELLA PIU’ LUNGA E PIU’ CONCRETA PERCHE’ INDICA GLI IMPEGNI CHE I SINDACI, I PRESIDENTI DI REGIONE INSIEME AI LORO CONSIGLI PRENDANO NEI CONFRONTI DEI CITTADINI CON I LORO PIANI DI LAVORO.

I principi della Carta sono i seguenti: parità delle donne e degli uomini quale diritto fondamentale ed in particolare, nel nostro ordinamento italiano costituzionalmente garantito; la presa di coscienza delle discriminazioni multiple e degli ostacoli; la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle decisioni è una “condicio sine qua non” della società democratica; l’eliminazione degli stereotipi sessuali; l’integrazione della dimensione di genere in tutte le attività degli enti locali e regionali; piani di azione e programmi adeguatamente finanziati come strumenti necessari per far progredire la parità tra uomini e donne.

La questione della cittadinanza femminile non è meramente quantitativa o formale, ma è essa stessa indice fondamentale della evoluzione in positivo di una società, ed è garanzia per l’applicazione su scala locale delle norme del rispetto e dell’abbattimento delle disuguaglianze. Non è una mera questione femminile deve essere una esigenza primaria per entrambi i generi, fino a quando non si avrà la piena consapevolezza che il superamento della discriminazione è, per tutti, un affrancamento dalla arretratezza e dalla “violenza” non si capirà che la sottoscrizione della Carta, ma soprattutto la sua attuazione, sono un passo dovuto da parte di tutti gli enti locali cui si rivolge. “il Governo intende proporre un vero e proprio patto ai cittadini affinché libertà, giustizia sociale e piena cittadinanza, siano i vettori della crescita economica e della civile convivenza”. Dalle ricerche da me effettuate risulta che in data 11 febbraio 2008 la AICCRE PUGLIA ha tenuto una conferenza regionale sulla Carta. Vi è una consulta femminile AICCRE Puglia. Non vi è traccia però di una sottoscrizione degli enti locali pugliesi. La Carta è stata sottoscritta, ma i dati relativi alla sua applicabilità sono a me inaccessibili, da quasi tutte le regioni e da molti comuni italiani. (tra gli altri: Toscana, Lazio, Calabria, Campania, Veneto, Emilia Romagna, Sicilia). Sono andata a fondo ho verificato quali siano le finalità della AICCRE PUGLIA – FEDERAZIONE DELLA PUGLIA sezione italiana della CCRE (consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa): più che una associazione essa è un movimento politico e promozionale, oltre che culturale, che mantiene la sua forza e la sua coerenza grazie alla militanza in esso di tutti i livelli delle autonomie, dal Comune agli enti intermedi alla Regione. In buona sostanza deve rappresentare uno strumento per debellare le disuguaglianze, etniche e linguistiche, ma deve, soprattutto, uniformarsi, con comunicazioni e reti alle previsioni di democrazia sanciti al livello europeo. Ed è per questo motivo, che nelle maglie di queste finalità noi dovremmo sollecitare la sottoscrizione della carta anche a Bari, prendendo esempio da comuni e regioni che, sin dal 2007, hanno provveduto, oltre che alla sottoscrizione, anche alla formulazione di un Piano di Azione per la concreta realizzazione della stessa. Nello statuto AICCRE registrato a Bari il 19 febbraio 2003 all’art. 2 si legge che la stessa associazione: “assume e promuove iniziative dei poteri regionali e locali: (……) l’unità politica d’Europa, in forma federale, sulla base del principio di sussidiarietà e di interdipendenza, per la pace, la cooperazione decentrata per lo sviluppo, la collaborazione pacifica, la fraternità dei popoli, la pari dignità, la pari opportunità di tutti gli esseri umani, per la riduzione delle disparità regionali, per il superamento degli squilibri in Europa, del crescente divario tra Nord e Sud e con particolare riferimento all’area mediterranea”. Vi è inoltre una norma statutaria che prevede che i fondi delle risorse finanziarie siano utilizzati a fini istituzionali. Presidente della federazione della Puglia è il Sindaco di Bari la sede è il Comune di Bari. Leggendo i Piani di Azione ed i c.d. bilanci di genere degli altri enti locali si scorge l’importanza del potenziamento economico dei servizi, il walfare è un capitolo che va affrontato prioritariamente per la piena attuazione del Piano in Puglia e a Bari.

Cosa deve contenere il nostro Piano di Azione biennale: Politica, lavoro, formazione, salute, assistenza e servizi sociali, inclusione sociale, pianificazione urbana e sviluppo sostenibile. La cosa che mi pare prioritaria è che il Piano debba includere un’analisi di genere, al fine di includere azioni contro le discriminazioni molteplici, l’elaborazione e l’adozione deve essere condivisa e diffusa come anche resi pubblici i risultati e le azioni.

Avv. Michela Labriola

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