sabato 11 luglio 2009

Secondo incontro

di Antonella Masi

Ieri c'è stato il secondo incontro di quello che doveva essere un coordinamento di partiti e associazioni per avanzare proposte al sindaco, uso l'imperfetto come tempo verbale e come valutazione politica, perché in realtà a fronte di una piattaforma di obiettivi condivisibile perché generica e comunque significativa presentata da Marida, c'è stata la reazione di chi, appartendo a Rifondazione Comunista, ha finito con il ridurre tutto a logiche di partito e di appartenenza;: alla fine io e Anna, come unica associazione presente, siamo andate via per lo stravolgimento e la confusione delle interpretazioni e delle proposte, in definitiva stamattina andranno dal sindaco le donne della lista Un desiderio in comune ...

A questo punto risulta ancora più significativo che ad andare avanti con proposte autonome (nel senso di svincolate dalle logiche di partito) e articolate sia quel movimento di opinione che si è creato dopo l'incontro del 2 luglio 2009, chiedo soprattutto a quelle di noi chi erano presenti quella sera, ma ovviamente anche alle altre, di dare la loro valutazione, peraltro con Clelia Iacobone, abbiano deciso di distinguere i due piani: quello di contenuto da quello operativo, per cui al mio articolo (che si spera venga pubblicato entro questa settimana dal Corriere) dovrebbero seguirne altri a supporto e completamento, per allertare l'opinione pubblica su quello che è il nostro piano teorico e politico..Come vedete un percorso ambizioso che si fa carico del desiderio di tante/i..

Vedremo come procedere

1 commento:

  1. Alcuni anni fa, Alberoni lanciò da un giornale femminile l'idea del Branco Rosa. Vista l'autorevolezza del soggetto diverse donne in vista dei vari partiti costituirono il "Branco rosa", con un coordinamento a Roma. Iniziarono gli incontri, ma...quando i Partiti si accorsero della pericolosità dell'eventuale azione, in particolare alcuni partiti della sinistra, dissuasero le Donne impegnate del loro partito a continuare tale iniziativa che, rimanendo monca e non più trasversale, rischiava di diventare l'oggetto di altro schieramento per cui anche le donne di esso sciolsero ogni iniziativa se non conservandone l'aspetto in circoli...poi misti.
    Tanti anni prima un movimento insignificante e "bislacco" ignorato dal sistema dei partiti, iniziò un'azione, vista con superficialità ma che agì sullo scontento delle persone comuni, dei bisogni soffocati per anni dal clericalismo di facciata. Sorse un'azione sempre più imponente ed ingovernabile per i partiti che sfociò anche in conquiste sociali allora rivoluzionarie, ma che videro soprattutto le donne unite liberarsi da orpelli di perbenismo. Fin qui ho detto, forse anche male, ciò che molte donne sanno bene.
    Dagli errori e dalle vittorie però si impara.
    Anche ora si deve partire dal basso e non dai partiti, se no si finisce come nel secondo incontro. Le donne di partito, purtroppo, sentono più l'appartenenza ad esso che al genere.
    Tutto ciò, ovvio, lo dice un uomo che spera si riesca a sviluppare un'onda d'opinione graduale e non immediata, con numeri e quantità su idee e desideri comuni.
    Pensateci....pensiamoci, se volete 1
    Luc

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